venerdì 21 gennaio 2022

Il sogno della farfalla

 Qessto articolo è stato scritto sulla mia pagina personale de IL MIO LIBRO per la rubrica:
Libri e cinema: come immagini il film tratto dal tuo romanzo preferito?


So che potrà sembrare un'affermazione colma di presunzione ed egocentrismo, ma mentirei se dicessi che il mio romanzo preferito non è Onirica Realtà, uno dei romanzi che negli anni mi sono divertito a scrivere.

Sia chiaro, non lo ritengo in nessun modo migliore stilisticamente di tantissimi capolavori che ho letto e ben lungi da me paragonarmi a scrittori che ritengo eccellenti.

Semplicemente, è il mio romanzo preferito perchè è mio, come un figlio è il più bravo della classe per ogni genitore. E dentro ci ho messo un po' di me, ovviamente, i miei pensieri, ciò che mi piace leggere nei libri, un po' della filosofia che tanto mi affascina.

Credo che ne verrebbe fuori una bella sceneggiatura per un film, se ci mettesse mano un bravo sceneggiatore.

Perché la storia si adagia su differenti piani di realtà, confondendo il sonno e la veglia, il mondo onirico con quello tangibile.

Sarebbe affascinante, suppongo, guardare una scena senza sapere se ciò che stiamo vedendo sia la realtà o il mondo che sta sognando il protagonista, e dover cercare degli elementi che ci aiutino a capirlo. Il regista sarebbe bravo a non svelarlo subito, ma a lasciarcelo intuire lentamente, magari inserendo degli elementi nella scena che, decontestualizzati. ci farebbero capire dove siamo, se di qua o di là.

E non solo sarebbe affascinante, ma sarebbe anche attuale. Non è forse ciò che ci succede quando sogniamo? E quando piano piano ci accorgiamo che stiamo sognando un "sogno lucido", il fulcro sul quale si poggia il romanzo in questione?

Mi immagino i protagonisti perché si sono creati nella mia mente e già nella stesura del testo me li immaginavo in carne e ossa. Sarebbe divertente vedere quanto i protagonisti del film assomiglino a quelli che avevo pensato, dare consigli al regista per cercare di fargli capire che caratteristiche dovrebbero avere; essere bravo a disegnare per farne un identikit utile a sezionare i provinanti.

Sarebbe bello, effettivamente, vedere il film di un mio romanzo, ma anche potenzialmente turbante: quanto sarebbe diverso da ciò che immaginava la mia mente così attaccata alla memoria fotografica?Quanto sarebbero in linea i due plot? Qaunto riuscirebbe a passare il messaggio che ho cercato di incastrarci dentro?

Mi immagino il finale del film e sorrido, perchè quando ho scritto quelle parole mi prefiguravo in che modo quella scena potesse essere riprodotta. E credo ne verrebbe fuori un gran bel finale.

Un'inquadratura si stringerebbe sul libro sulle ginocchia della ragazza, mettendo in risalto le parole della frase con cui si conclude il libro che lei sta leggemìndo e quello che stavamo leggendo noi, e quindi il nostro film:


"Un giorno Chuang Tzu sognò di essere una farfalla. Quando si svegliò non sapeva più se era Chuang Tzu che aveva sognato di essere una farfalla. o una farfalla che sognava di essere Chuang Tzu"





Il libro ONIRICA REALTA' è acquistabile su AMAZON , sulla mia pagina personale de IL MIO LIBRO o in qualsiasi libreria on line.

venerdì 14 gennaio 2022

Il leopardo delle nevi

 Alcuni libri li scegliamo noi.

Altri si fanno scegliere.

E altri ancora ci capitano in mano dopo una serie di coincidenze particolari che ci lasciano immaginare che quel libro prima o poi lo avremmo letto. Sembra scritto per noi. Ci chiediamo perchè non lo avessimo ancora letto. Ci ispira e, in qualche modo, ci cambia.

Quest'estate nel fiabesco viaggio fatto in India e in Nepal ho portato con me uno di questi libri: Il leopardo delle nevi di Peter Matthiensen.

Non lo conoscevo, fino a qualche mese fa, eppure ho scoperto che è considerato uno dei libri imprescindibili per gli amanti della montagna. E io la montagna la amo molto. E' il mio posto speciale, quella passione in più, che non c'entra nulla col tuo lavoro, con i tuoi studi, con ciò che hai fatto per la maggior parte dei tuoi giorni.

E' il mio posto speciale, la montagna, quel luogo dove senti di voler andare per stare bene, senza riuscire a spiegarti a pieno il motivo del perchè ti faccia stare bene, senza essere in grado al cento per cento di giustificarlo a chi ti chiede perchè. E' così e basta, quando sei lì sai che è il tuo posto speciale.

Per questo quando Paolo Cognetti un paio di anni fa vinse il Premio Strega con il romanzo Le Otto montagne, mi sentii attratto da quel libro, comprandolo e divorandolo. Bellissimo. Scoprii un autore che la montagna la vive, prima di riuscire a spiegarlo divinamente.

Quel libro mi spinse a leggerne un altro dello stesso autore, intitolato Senza mai arrivare in cima. L'ho comprato prima di andare a passare il breve periodo delle vacanze invernali in un piccolo appartamento sui monti, ad un'oretta da casa mia. E ho scoperto un altro piccolo gioiello, che racconta di Nepal e Tibet.

Coincidenza: io e la mia compagna stavamo decidendo  dove saremmo andati l'estate dopo, quale sarebbe stata la meta del nostro viaggio estivo, che ormai da quasi dieci anni facciamo regolarmente con lo scopo di vedere più mondo possibile.Nepal e Tibet erano tra le opzioni più gettonate. E come già ci è successo in passato, la decisione è stata influenzata dalla bellezza di un libro.

In Senza mai arrivare in cima Cognetti racconta del suo viaggio in quelle terre lontane, fatto in compagnia di un amico e di un libro: Il leopardo delle nevi. Eccolo lì.

Cognetti lo presenta imbevuto di qeull'imprescindibilità di cui si accennava qualche rigo fa, come un manuale, una guida. Ci spiega, mentre racconta, che lui è lì in conseguenza delle parole di Matthiensen.

Spinto anche lui dal suo amore per la montagna e trovandosi in un momento della propria vita in cui si decide di fare i conti con se stessi, per tutto il suo racconto si affida alle pagine del Leopardo, così lo chiama lui stesso. Lo legge più volte, ciclicamente, durante un'avventura che dura più di un mese tra le infinite montagne adagiate sul confine tra Nepal e Tibet. Le più alte e affascinanti del mondo.

La stessa avventura vissuta da Matthiensen nel 1973. Incisa nella storia tramite un libro capace davvero di cambiare la visione delle cose. In cui la montagna viene descritta in un modo che non mi era mai capitato di trovare. In cui un viaggio interminabile in uno degli ambienti più ostili del pianeta, fatto negli anni '70, alla ricerca di un mitologico animale e del proprio essere, si trasforma in una storia che meraviglia e fa sognare, che insegna ed emoziona.

Il mio viaggio in Nepal è stato cadenzato da questa avventura.

Non avrei potuto avere con me nessun altro libro. Un libro special, in un viaggio speciale, nel mio posto speciale.






Questa articolo è stato scritto sulla mia pagina personale del portale de il mio libro, per la rubrica:

Libri che ho letto quest'anno e che mi hanno cambiato la vita.

domenica 9 gennaio 2022

#TORNEREMOAVIAGGIARE

 Il nostro giorno d'oggi è in un certo modo quello degli hashtag che cadenzano la quotidianità. E' quello in cui c'è il #covid, in cui si vive nella speranza che #andratuttobene- E' quello in cui #iorestoacasa è il motto per eccellenza, che crea una forte discrepanza, forse, tra chi lo scrive perché a casa ci sta davvero e chi lo fa perché il nostro giorno d'oggi è in un certo modo quello degli hashtag che sostituiscono la realtà.

E' forse la più grande espressione di fantasia dell'era moderna. L' hastag e tutto ciò in cui lo si utilizza.

Tra i tanti che costellano i social in questi giorni così particolari, #torneremoaviaggiare è quello che mi ha colpito di più. Mi piace immaginarmi come viaggiatore. perché sono tra quelli che appena possono un viaggio lo fanno. Per il tempo che la folle società moderna gli concede.

Mi piace annoverarmi tra le persone che quando non possono viaggiare fisicamente, viaggiano con la fantasia, leggendo capolavori che raccontano di leggendarie traversate, di magiche esplorazioni, di migliaia di leghe sotto i mari o di fantastici giri del mondo a bordo di mongolfiere.

Mi piace, in questi giorni così particolari, vivere le avventure di fuggiaschi he fanno perdere le loro tracce nella frenesia dell'India, o ripercorrere il viaggio dell' homo sapiens nella storia, che lo ha portato a poter dare una forma ai propri pensieri digitando dei tasti di fronte ad uno schermo luminoso. Dalle pitture rupestri ad interi mondi racchiusi dentro ad un simbolo che ha chiamato cancelletto.

E senza dubbio mim piace pensare che a viaggiare ci torneremo davvero. Fisicamente e non. Questo periodo presto o tardi passerà. Si tornerà alla normalità. 

Teniamo duro, e ci saranno altri viaggi e altri geni che ce li racconteranno.

E' un mondo diverso da quello che i grandi classici ci hanno raccontato con tanta maestria, facendoci innamorare di tutte le meraviglie che chi ama viaggiare va cercando in giro per il pianeta. Ma non per questo non deve essere altrettanto misterioso ed affascinante.

Indescrivibile, se non con il più grande regalo che la Natura ci abbia fatto: la fantasia.

#teniamoduro e #torneremoaviaggiare.




Questo articolo è stato scritto sulla mia pagina personale del portale de ilmiolibro, per la rubrica: "Così siamo tornati a viaggiare con la fantasia".

Era il 20 aprile 2020 ed eravamo in lockdown.



venerdì 7 gennaio 2022

Ci vuole coraggio

 Mi piace molto, quando leggo i miei libri, piegare ad angolino la pagina in cui trovo una frase che so che non dimenticherò facilmente. O che vorrei, non dimenticare facilmente. So che per alcuni è un abominio, perché ritengono si vada a rovinare il libro.

Ma per me non lo si rovina affatto, anzi, lo si personalizza. Quando mi ricapita in mano quel libro, lo apro nelle pagine segnate e cerco la frase che mi aveva colpito. Riesco così a ripercorrere quelle sensazioni, a rivivere il periodo e il luogo in cui ero quando ho lasciato quel piccolo marchio.

A volte mi chiedo perché quale parole mi avessero colpito così tanto, e mi rendo conto che spessissimo ciò che ci colpisce in una citazione non è ciò che dice in sé, ma chi siamo noi mentre la stiamo leggendo.

Una delle frasi che so che non potrò mai dimenticare, però, nn è nascosta tra le pagine di un libro e segnata con un angolino, ma è l'epigrafe di uno dei libri più belli che io abbia mai letto: Il Leopardo delle nevi, di Peter Matthiessen.

Dopo la dedica, la prima cosa che si legge è una frase di Rainer Maria Rilke, che dopo qualche ricerca ho scoperto essere scritta in un piccolo trattato, opera dell'appena citato filosofo e scrittore: Lettere a un giovane poeta.

Cita:

"Questo è in fondo l'unico coraggio richiestoci: avere coraggio per ciò che di più strano, di più singolare e di più inspiegabile può succederci di incontrare. Che in questo senso l'umanità abbia palesato viltà ha arrecato un danno incalcolabile alla vita; le esperienze definite -visioni-, il cosiddetto  -mondo dello spirito-, la morte, ognuna di quelle cose che tanto ci riguardano sono state costrette lontano dalla vita a motivo delle quotidiane elusioni; così si sono atrofizzati quei sensi che ci avrebbero consentito di comprendere tali cose. Per non parlare di Dio."

Sono sicuro al cento per cento che non potrò mai dimenticarla, perché in uno dei miei amati viaggi, a Katamandu in Nepal, dove le leggevo le pagine del Leopardo, ho deciso di farne tradurre una parte che la rappresentasse in nepalese e di farmela tatuare sulla gamba sinistra. 

Perché nel momento in cui ho letto quelle parole, ero una persona che tramite esse ha dato una forma ad un suo pensiero latente, un pensiero che già viveva dentro di lei.

Ma alle volte qualcuno riesce ad esprimere un concetto in un modo che tu riesca capirlo come fio a quel momento non riuscivi a fare.

Forse sono quelle le frasi che ci piacciono di più  e che sappiamo da subito che non dimenticheremo mai. Non quelle che non conosciamo.

Ma quelle che già conoscevamo e che finalmente riusciamo a leggere.




Questo articolo è pubblicato sulla mia pagina personale del portale de Ilmiolibro, per la rubrica: "Le frasi che non dimenticheremo mai"