venerdì 7 gennaio 2022

Ci vuole coraggio

 Mi piace molto, quando leggo i miei libri, piegare ad angolino la pagina in cui trovo una frase che so che non dimenticherò facilmente. O che vorrei, non dimenticare facilmente. So che per alcuni è un abominio, perché ritengono si vada a rovinare il libro.

Ma per me non lo si rovina affatto, anzi, lo si personalizza. Quando mi ricapita in mano quel libro, lo apro nelle pagine segnate e cerco la frase che mi aveva colpito. Riesco così a ripercorrere quelle sensazioni, a rivivere il periodo e il luogo in cui ero quando ho lasciato quel piccolo marchio.

A volte mi chiedo perché quale parole mi avessero colpito così tanto, e mi rendo conto che spessissimo ciò che ci colpisce in una citazione non è ciò che dice in sé, ma chi siamo noi mentre la stiamo leggendo.

Una delle frasi che so che non potrò mai dimenticare, però, nn è nascosta tra le pagine di un libro e segnata con un angolino, ma è l'epigrafe di uno dei libri più belli che io abbia mai letto: Il Leopardo delle nevi, di Peter Matthiessen.

Dopo la dedica, la prima cosa che si legge è una frase di Rainer Maria Rilke, che dopo qualche ricerca ho scoperto essere scritta in un piccolo trattato, opera dell'appena citato filosofo e scrittore: Lettere a un giovane poeta.

Cita:

"Questo è in fondo l'unico coraggio richiestoci: avere coraggio per ciò che di più strano, di più singolare e di più inspiegabile può succederci di incontrare. Che in questo senso l'umanità abbia palesato viltà ha arrecato un danno incalcolabile alla vita; le esperienze definite -visioni-, il cosiddetto  -mondo dello spirito-, la morte, ognuna di quelle cose che tanto ci riguardano sono state costrette lontano dalla vita a motivo delle quotidiane elusioni; così si sono atrofizzati quei sensi che ci avrebbero consentito di comprendere tali cose. Per non parlare di Dio."

Sono sicuro al cento per cento che non potrò mai dimenticarla, perché in uno dei miei amati viaggi, a Katamandu in Nepal, dove le leggevo le pagine del Leopardo, ho deciso di farne tradurre una parte che la rappresentasse in nepalese e di farmela tatuare sulla gamba sinistra. 

Perché nel momento in cui ho letto quelle parole, ero una persona che tramite esse ha dato una forma ad un suo pensiero latente, un pensiero che già viveva dentro di lei.

Ma alle volte qualcuno riesce ad esprimere un concetto in un modo che tu riesca capirlo come fio a quel momento non riuscivi a fare.

Forse sono quelle le frasi che ci piacciono di più  e che sappiamo da subito che non dimenticheremo mai. Non quelle che non conosciamo.

Ma quelle che già conoscevamo e che finalmente riusciamo a leggere.




Questo articolo è pubblicato sulla mia pagina personale del portale de Ilmiolibro, per la rubrica: "Le frasi che non dimenticheremo mai"

Nessun commento:

Posta un commento