mercoledì 3 luglio 2013

Ciao, stambecco


 

 

Camminavo da solo col mio zaino e i miei pensieri. La montagna sotto i piedi. Che buon sapore la beatitudine.

Poi ,al di là di un colle, un simpatico spavento. “Ciao, stambecco”. D’istinto estrassi il cellulare per fotografarlo.

Aspetta. Guardalo, fallo tuo. Respira questo momento. Se lo fotografi ti verrà in mente quando vedrai la foto. Se lo vivi, in mente lo avrai sempre. In ogni caso una foto la farai, sei figlio di quest’era folle. Ma ora è parte di te.

Lui rimaneva lì, brucava. Mi sembrò fare un cenno. “Ciao umano”. Sono parte di lui ora, in fondo.
 
 


Questo racconto partecipa al concorso "Massa città fiabesca di mare e di marmo VII edizione" per la categoria: racconto da max 100 parole.