mercoledì 8 giugno 2016

Uno spettacolo magico




E’ il 27 maggio 2016, un caldo venerdì sera primaverile. Sono le 20.30 e le luci della sala polivalente del teatro Operti di Torino piano piano si spengono. Sul palco qualche sedia, delle chitarre, un tatami e un paravento. Sullo sfondo la scenografia colorata a matita da esperte mani di bambino. In platea genitori, parenti, fratellini e cuginetti. Gli attori sono i bambini della 3° D della scuola elementare Carlo Casalegno di Torino e stanno per dar vita ad uno spettacolo che ricorderò per tutta la vita.
Ammetto che quando scrivevo le pagine del libro “Igei, storia di un drago che faceva judo” fantasticavo oltre che sulle avventure del draghetto Igei anche su future rappresentazioni della storia che stavo creando. Ma non so quanto ci credessi sul serio. Pensavo a spettacoli teatrali, ad attori adulti ma anche a mini bravissimi attori. A ipotetiche scenografie e ipotetiche sceneggiature.

La realtà alle volte supera la fantasia.

L’idea venne ad Immacolata Calabrese, la mia prima maestra di inglese, proprio lì, alla scuola Casalegno, decine di anni fa. Un grandissimo affetto, che perpetua nel tempo. Mi contattò, complice la mia mamma, e mi chiese di incontrarci, aveva qualcosa da propormi.
Conobbi ad una mini riunione Davide Fratta, il maestro di musica, e Petrizia Antonia Ioghà, la maestra di italiano e storia che si occupa delle recite dei bimbi e del laboratorio teatrale.
Hanno letto il libro e li ha entusiasmati, vorrebbero farne uno spettacolo. La 3° D è una classe incredibile, hanno già fatto altre recite e si sono innamorati del libro.
Bello. Bellissimo. Se mi piace l’idea? Mi fa impazzire. Sarebbe davvero meraviglioso.
Davide emana professionalità ed è un vulcano di idee, Petrizia di entusiasmo e di bene per i suoi bimbi. Immacolata precisa , lucida e positiva, ha una visione molto chiare su ciò che lo spettacolo potrebbe essere. Sono un team perfetto, chissà, potrebbe davvero venirne fuori qualcosa di bello.

Beh, ne è venuto fuori qualcosa di magico.

Davide Fratta si è occupato non solo dei testi, ma anche delle musiche originali. 10 tracce cantate e musicate dai bimbi, che il maestro ha poi racchiuso in un cd che ha regalato agli spettatori. Petrizia Ioghà si è occupata della scenografia, del coordinamento della classe e della parte teatrale del tutto. Entrambi si sono dedicati alla regia. Io ho dato un piccolo contributo mostrando ai bimbi qualche gesto, le cadute, proiezioni basilari, che loro hanno trasformato in incantevoli movimenti per il teatro delle ombre. Già, perché il palco è diviso in tre settori. Sulla destra una parte dedicata ai musicisti, in centro lo spazio dedicato alla recitazione vera e propria, sulla sinistra un romantico separé con un faretto che lo illumina da dietro, proiettando le ombre degli attori e trasformandole in eleganti attrici.
spettacolo tetarale igei storia di un drago che faceva judo
I bambini si alternano: una scena fanno parte del gruppo dei musicisti, una scena fanno parte degli attori, una scena parte delle ombre. Tutti fanno tutto. Nessuno è diverso dagli altri, c’è spazio per tutti e il tutto funziona solo con le performance di ogni singolo bambino/attore. Tre scene che si susseguono collegate da brevi intervalli musicati dalle chitarre e dalle armoniche dei bambini.
I personaggi della storia si riconoscono dalle piccole corna  colorate da drago che hanno in testa e dalla cintura del judogi coordinata. Gli Igei hanno le corna gialle e i Gei Do verdi. Ci saranno delle bellissime Kiki con le cornine rosa e simpatici Omoi con le corna blu. Cornine bianche per i velocissimi Speedy .

Sono fantastici. C’è il bimbo che recita tutto d’un fiato, quello che si dimentica una parola e ci sorride sopra e quello che fa la faccia terrorizzata. C’è la bimba che da grande farà sicuramente l’attrice e quella che non si ricorda se quello sia il suo turno o no. Sono fantastici nel loro essere genuini. E bimbi. Sono bravissimi. Recitano e si impegnano al massimo. Suonano. Cantano. Cantano loro, tutti assieme. Le loro ombre danzano. Fanno proprie delle frasi davvero difficili, ridono, si emozionano, si spaventano.
La scenografia cambia di scena in scena. I disegni dei bimbi riproducono alla perfezione il dojo del maestro Gei Do, la scuola, la sveglia di Igei. La casa del draghetto.
La storia scorre limpida e viene raccontata con delicatezza e caparbietà.

E alla fine tutti sul palco, tutti con le mani unite, a cantare il brano “Io mi chiamo Igei”. Tutti assieme cantano la frase “io voglio vincere” con le mani al cielo.
Che emozione. E’ difficile raccontarla o spiegarla. L’unica cosa che mi viene da scrivere è che per me è stato un regalo ineguagliabile.

L’applauso finale riempie il teatro.
Salgono sul palco anche la maestra Petrizia e il maestro Davide, a prendersi giustamente la loro parte di applauso e gli innumerevoli complimenti, da parte della platea ma anche da quella degli stessi mini attori. Sono loro due che hanno reso possibile tutto ciò. Hanno fatto un lavoro eccellente. Le canzoni e i testi di Davide sono davvero belli ed emozionanti. Inerenti alla storia e allo stesso tempo originali e creativi. Lo spirito con cui i bambini li hanno imparati e recitati ed eseguiti è meraviglioso.
Mi sento di ringraziarli col cuore e di dir loro che lo spettacolo a cui ho avuto la fortuna di assistere è qualcosa che non dimenticherò mai.

Una sensazione su tutte, in particolar modo, sarà sempre con me. E infonde fiducia nel progetto che stiamo portando avanti e nella vita in generale.
Appena prima che lo spettacolo iniziasse Petrizia mi ha portato dai bambini, che ultimavano i preparativi. Erano agitati ed emozionati, ma pronti. Mi hanno accolto con gioia. “Ciao Ale!!” “Siamo pronti!” “Ci impegneremo al massimo per questa recita!” “Non vediamo l’ora di cominciare! “Abbiamo paura!”. Quanto assomigliava ad una gara di judo, il tutto.
“Ciao ragazzi! Siete bellissimi! E sono sicuro che sarete grandiosi! So che siete agitati, ma ricordatevi sempre la cosa più importante quale dovrebbe essere!”
“Diveritirsi!!!!!!”. Mi hanno risposto tutti in coro, quasi gridando. Sorridendo.

Bravi bimbi, siete riusciti ad imparare la cosa più importante. Fatelo sempre, non smettete mai di farlo. Divertitevi. Uno spettacolo teatrale è così simile ad una gara di judo. Ed è così simile ad ogni sfida che la vita vi metterà davanti. Lo spettacolo potrà essere perfetto come no. Potrete sapere tutto nei minimi dettagli nello stesso modo in cui potrete dimenticarvi una frase, una battuta, il vostro turno. Potrete inciampare e cadere, e rialzarvi ogni volta. Ma vi sarete messi in gioco. Non è il modo in cui farete questo spettacolo e ogni altro che farete che farà la differenza. La differenza la farà lo spirito con cui lo affronterete. Esattamente come dice il maestro Gei Do:
Divertitevi quando fate una gara, ragazzi miei. Siate più forti del concetto di vittoria o di sconfitta. I punti sono qualcosa che misura un singolo gesto, non le vostre capacità o il vostro modo di essere. E ricordatevi sempre che la cosa davvero importante, in un qualsiasi incontro, è uscire dal tatami sicuri di aver dato il massimo di se stessi. Senza rimorsi e senza pensare che avreste potuto fare qualcosa di più. Comunque vada l’incontro. Solo così avrete raggiunto lo scopo, e cioè vi sarete goduti a pieno quel momento. Il judo è lo specchio della vita di tutti i giorni, in fondo. E la vita andrebbe sempre vissuta così.”

Bravi bimbi. Divertitevi, fatelo sempre. E nella vita vincerete ogni giorno.
Grazie.

Alessandro Bruyère


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